mercoledì 31 dicembre 2008

PRENDIMI take on me

"Le storie non sono cose, non stanno nel mondo, ma si costruiscono solo con la narrazione".


Ogni giorno siamo chiamati a confrontarci con delle storie, forse più passivamente che attivamente

Se vi prestiamo un attimo di attenzione però, ci accorgiamo che l'alterazione dell'ordine "naturale" dei fatti è una pratica molto duffusa nella narrazione.


Prendiamo, ad esempio, il videoclip di Take on Meuna canzone degli anni '80 (1984) realizzata della band norvegese a-ha, un estratto dell'album Hunting High and Low (1985).



Interessante no?

Pensate solo che questo videoclip fu trasmesso inizialmente da un'emittente locale di Boston e, successivamente, dato il successo inaspettato, su MTV.

L'innovazione sta nello stile narrativo, che mescola due storie apparentemente distinte (quella di una ragazza in una caffetteria e quella di un fumetto di motociclette), mediante l'uso di un intreccio di live action e cartoon.


In Semiotica è fondamentale sapere che esistono 3 LIVELLI LINEARI DEL RACCONTO:










1° livello: SUPERFICIE ciò che io vedo.

2° livello: INTRECCIO come l'autore ha deciso di raccontare i fatti (è arbitrario).

3° livello: FABULA come avvengono i fatti, i loro rapporti di causa effetto nel tempo.


E' importante tenere a mente che ciò che rende simili questi tre livelli di narrazione è il loro "MANIFESTARSI LINEARMENTE".

Essi cioè avvengono contemporaneamente (a livelli), come se fossero gli strati di roccia di una montagna: ci sono sempre ma non ne vedo sempre tutti i livelli, a volte ne vedo prima uno e dopo un altro ecc.

Pertanto, diventa essenziale in una comunicazione semplificare progressivamente i fattori in gioco, mantenendo ben identificabili i contenuti narrativi essenziali: il modo con cui vengono qualificati i personaggi, ciò che motiva la loro azione, il contesto spazio-tempo (determinato nel nostro esempio dalla cornice) ecc.

sabato 27 dicembre 2008

E chi porta i regali a Babbo Natale?

Vi propongo ora una pubblicità che in questo periodo natalizio mi ha colpito moltissimo.
Una comunicazione, a mio parere, davvero stupefacente per la grande capacità di andare oltre la realtà occidentale forte e radicata da noi concepita e concepibile di Babbo Natale.


"Un RACCONTO non è l'immagine fedele di un frammento di realtà, ma un dispositivo di senso che deve MANIPOLARE LA NOSTRA CONOSCENZA di quel pezzo di MONDO, onde RICAVARNE certi EFFETTI di sorpresa, di piacere, di divertimento, di riconoscimento, perfino di realismo".

I racconti, come in questo caso, possono essere usati per costruire "mondi possibili narrativi", popolati da individui (uomini o meno) legati insieme da rapporti reciproci.

Questi mondi possibili sono possibili solo se legati al nostro "mondo dell'esperinza", il quale funge da "parametro di realtà", nel senso che in base ala nostra esperienza riusciamo a definire ciò che secondo noi è possibile e ciò che invece non lo è.


Quale la DIFFERENZA fondamentale tra "mondi possibili narrativi" e "mondo dell'esperienza" ?
Il MONDO DELL'ESPERIENZA è un mondo estremamente complesso, in quanto comprende tutte le possibili interpretazioni che noi diamo ad ogni cosa che ci circonda.
I MONDI NARRATIVI POSSIBILI, invece, sono solo una minuscola fetta del mondo dell'esperienza, in quanto ne mettono in luce solo alcuni aspetti.


La semiotica definisce e classifica 4 TIPI di MONDI POSSIBILI NARRATIVI:

1) VEROSIMILI
Mondi che possiamo concepire senza essere costretti ad alterare la realtà.


2) INVEROSIMILI
Mondi che noi non potremmo costruire a partire dalla nostra esperienza attuale (es. animali che parlano). 
Per cui l'utente di solito è abbastanza flessibile e superficiale (es. bambini).



3) INCONCEPIBILI
Mondi che vanno al di là della nostra capacità di concezione, perchè contraddicono alcune leggi epistemologiche fondamentali (es. la coerenza).

4) IMPOSSIBILI
Il lettore è in grado di capire che la realtà di cui si parla è impossibile.


Nel nostro esempio, grazie all'apporto della semiotica, si è riusciti a sorprendere e quasi divertire l'utente, sconvolgendo totalmente la concezione che ognuno di noi ha di Babbo Natale e del fatto che è lui a portare a noi i doni, e non il contrario. 
Non si tratta solamente di un banale colpo di genio ma di una profonda capacità di andare oltre quello che abbiamo definito il "mondo dell'esperienza", di una tradizione occidentale radicata e definita, di un modo di narrare la realtà solo ed esclusivamente verosimile ad essa.
Una comunicazione in grado di coinvolgerci solo per il fatto di farci dire "anche Babbo Natale scrive una lettera per ricevere i doni?"; "adesso sono i bambini che portano i regali a Babbo Natale!" ecc.

lunedì 22 dicembre 2008

VOCE DEL VERBO OSARE...già a partire dagli anni '60















A. Calabresi - cartoncini per prodotti farmaceutici Roche - 1960


"Senza sfiorare l'indecifrabile, le decostruzioni della parola vengono osate al massimo del conoscibile".


Anche se dal retrogusto sicuramente "antico", questa pubblicità realizzata negli anni '60 per la grande casa farmaceutica Roche dallo Studio Boggeri, uno dei più grandi studi di comunicazione grafica italiana, nonchè tra i fondatori dell'Italian Style, è un esempio lampante di come il genio italiano già allora avesse percepito, più o meno consciamente, l'importanza della semiotica.

Premessa, da non sottovalutare, è il fatto che negli anni '60, a differenza di oggi, non c'era la cultura della grafica applicata al packaging (scatola, confezione) del prodotto farmaceutico, come di altri prodotti del resto. 
Pertanto la sola idea di trasmettere questi con una veste grafica più accattivante, già era un traguardo non indifferente.

Date la premesse teoriche esposte nel precedente post, notiamo come, anche in questo caso, significante (parte fisicamente percepibile del segno) e significato (concetto mentale che rimanda all'oggetto) corrispondano perfettamente alla sovrapposizione di due triangoli semiotici:

1) il triangolo semiotico della BOLLICINA EFFERVESCENTE (quando la pastiglia si scioglie ovviamente):












2) il triangolo semiotico della parola "EFFERVESCENTE":











Potremmo dire: "voce del verbo OSARE", non solo per il fatto di proporre per la prima volta (con successo) la veste grafica di un prodotto di questo genere, ma anche per la grande capacità di enfatizzare una componente naturale del prodotto stesso, qual'è in questo caso la bollicina effervescente generata dallo scoglimento del farmaco. Il tutto attraverso la capacità di vedere (decifrare) in una lettera (la "e") all'interno di una parola (effervescente), tutta l'essenza di una comunicazione diretta ed efficacie.

sabato 13 dicembre 2008

L' ABC del BRAVO COMUNICATORE

Per costruire una buona comunicazione, bisogna, come un cuoco, partire da un'ottima ricetta.

Come "uova, latte e farina" per il pane, in Semiotica diremmo: "referente, significato e significante".

Si tratta, figurativamente parlando, di un triangolo equilatero, chiamato per l'appunto "TRIANGOLO SEMIOTICO", avente ai vertici tre termini fondamentali:













_ Il REFERENTE è l'entità oggettiva di cui si parla.

_ Il SIGNIFICATO è il concetto mentale che rimanda all'oggetto.

_ Il SIGNIFICANTE è la parte fisicamente percepibile del segno.


A volte, nelle comunicazioni più elaborate, può accadere che vi sia la sovrapposizione di più triangoli.

Ma per entrare meglio nel vivo di questi termini vai al post successivo.

La semiotica colpisce anche al reality "La Talpa"

Se pensate che la Semiotica sia una disciplina astrusa e difficile da comprendere ed applicare, in questo video estrapolato dal reality "La Talpa", ne avrete l'assoluta negazione.


In particolare, circa ad un terzo del filmato, Franco Trentalance (nonchè la Talpa di questa edizione) fa un'analisi semiotica del logo pensato dagli autori del reality.













Trentalance dice: "questa è la terza edizione della Talpa, per cui, LA TALPA 3 [... dietro il logo "LA TALPA" n.d.r.] sullo sfondo si notano chiaramente TRE LANCE. La talpa è TREntaLANCE. [...] una soluzione apparentemente sotto gli occhi di tutti, un bel rebus". 

Considerando i concetti teorici esposti nel precedente post, si può parlare di sovrapposizione di 3 triangoli semiotici:




















1) il triangolo semiotico FRANCO TRENTALANCE:
















2) il triangolo semiotico TRE LANCE:

















3) il triangolo semiotico della parola "TRENTA":















Davvero, come dice Trentalance: "una soluzione sotto gli occhi di tutti", ve ne eravate accorti?

martedì 9 dicembre 2008

Cosa s'intende per SEMIOTICA?












foto tratta da www.fotolia.it

In breve, potremmo definire la SEMIOTICA come la disciplina che studia il SEGNO (qualcosa che sta per qualcos'altro).
Essa analizza a fondo qualsiasi messaggio comunicativo, "smascherandone" la teoria di fondo, i soggetti (emittente, colui che ci trasmette il messaggio o ricevente, colui che riceve il messaggio ...) e l'oggetto stesso della comunicazione (un testo letterario, un video, una canzone, un manifesto, e chi ne ha più ne metta).

Ma cosa s'intende per COMUNICAZIONE?
In termini tecnici, essa è l'atto con cui un emittente "trasmette" un messaggio ad un ricevente (possibile destinatario).

ATTENZIONE!
Non sempre l'emittente è chi produce il messaggio!

Facciamo un esempio...



Il signor CocaCola decide di trasmettere in TV su Canale 5 la nuova campagna pubblicitaria natalizia CocaCola.
Chi è l'emittente? 
L'emittente in questo caso è Canale 5, mentre il signor CocaCola sarà il committente cioè colui che incaricherà Canale 5 di trasmettere la sua campagna pubblicitaria.